Le promesse mai mantenute

di Simona Martorana

 

Ora, intorno a me, vedo solo un’ondata di false promesse, idee che girano a vuoto e una moltitudine di parole prive di fondamento.

Abbiamo una nazione che è sopravvissuta a secoli e secoli di guerre, saccheggi, invasioni, tormenti. Ma, adesso, l’Italia non è più nostra. Adesso questa è di chi parla, di chi vive di promesse mai mantenute, di chi ogni giorno pensa ad arricchire se stesso.
Mi chiedo sempre perché esista questo accanimento di potere; questa voglia di suscitare invidia negli altri popoli.
Perché, pensare questo, se non a esigenze più urgenti?
La politica è come una missione, cioè prestarsi a servizio del cittadino, delle esigenze gravi che provocano inquietudini nella comunità.

Il problema più grande sta alle radici.

Per questo, bisognerebbe partire dalla mentalità per avere il cosiddetto “cambiamento” che tutti vogliamo.
Un paese in cui dominano sconfitta, fallimento e delusione, dove è più facile lasciar scorrere perché “è così che deve andare”; dove la giustizia, alle volte, appare la più ingiusta.
È necessario guardare in faccia la realtà, senza perdersi in mistificazioni utopiche.
Se andassimo indietro nel tempo, in un periodo storico assai lontano da noi, ma che riguardi sempre la nostra terra, cosa vedremo?
Facciamo finta di finire nel lungo periodo risorgimentale che segnò particolarmente la nostra storia con l’unificazione della nazione italiana nel 1861. Questo è il periodo che avrebbe dovuto dare quella svolta che tutti i cittadini risorgimentali stavano aspettando. Tutti, tutti ad aspettare quelle promesse mai mantenute, che non arrivarono mai.

Tutti coloro che attendevano la svolta, si ritrovarono col nutrirsi di sconfitte, di fallimenti, di delusioni ma, soprattutto, di disperazione.

Un po’ come oggi.

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Simona Martorana

Sono una studentessa e frequento il V anno del Liceo Classico F. Scaduto di Bagheria. I punti centrali della mia vita sono tutto ciò che riguarda legalità e giustizia e, anche, ciò che riguarda l’arte, storia e letteratura.